mercoledì 12 dicembre 2007

Democrazia: il punto di partenza

Facciamo un passo indietro per compiere un notevole balzo in avanti. Già nel V Secolo a.C. si parlava di Democrazia. Nell'età di Pericle i principi democratici sono facilmente riconducibili ad alcune idee essenziali: libertà individuale assoluta, uguaglianza come condizione della libertà di fronte alle leggi (isonomìa) e nella libertà di parola (isegorìa). Lo Stato conosce solo individui che si equivalgono, dove tutti hanno gli stessi diritti e si pone al servizio dei cittadini: di conseguenza deve salvaguardare i diritti e gli interessi di ogni categoria senza disconoscerli o opprimerli. La Democrazia ateniese mira all'utile non dei pochi ma dei molti, però questo può avvenire solo se alla base sta come primo principio l'uguaglianza. Nella vita pubblica non devono esserci distinzioni sociali, benché la competenza e l'ingegno aprano la via degli onori e di conseguenza ad una diversificazione fra gli individui. Un'uguaglianza così intesa lascia aperto il campo al valore personale, non nocendo assolutamente alla libertà di ciascuno che riveste il proprio ruolo nel rispetto dell'altro. Ma la libertà degli individui trova il proprio limite nei diritti dello Stato, negli obblighi della disciplina civica. L'ordine pubblico esige la subordinazione al potere, l'obbedienza alle leggi, soprattutto a quelle che proteggono i deboli ma anche alle leggi non scritte che emanano dalla coscienza universale. Ad Atene tutti si occupavano di politica. Riuniti in assemblee, i cittadini sapevano giudicare rettamente il da farsi perché ritenevano che la discussione favorisse il progresso della società. La libertà politica, in conclusione, è conseguenza della libertà di cui godono nella vita privata tutti i cittadini. Avvezzi a vivere liberamente, essi intervengono, senza difficoltà, quando lo vogliono, nella discussione che illumina le decisioni comuni. Così intendeva Euripide quando, nelle "Supplici", faceva dire a Teseo, l'eroe della Democrazia: la libertà sta tutta in queste parole: "chi ha qualche utile consiglio e voglia offrirlo alla città, parli." Ciascuno può, a volontà, farsi notare con un buon consiglio o starsene zitto. Per i cittadini esiste forse uguaglianza più bella? In breve, per tutti i suoi principi, la Democrazia ateniese del V Secolo a.C. tende ad attuare un armonico equilibrio tra la potenza legale dello Stato e il diritto naturale dell'individuo. Torniamo ora ai giorni nostri e poniamoci una domanda ben precisa. Che cosa vogliamo fare della nostra libertà? Non abbiamo forse il desiderio di essere noi stessi il cardine su cui ruotano tutte le decisioni politiche? Non stiamo dicendo niente che non sia già stato detto o pensato millenni fa. E allora qual è la risposta alle nostre esigenze se non una democrazia partecipativa? Dobbiamo chiederci quanto siamo disposti ad impegnarci affinché le cose cambino. Non possiamo a questo punto più delegare ma dobbiamo partecipare. Esistono svariate forme: i partiti, i gruppi di pressione, le associazioni. Dobbiamo imparare a cambiare il sistema politico dall' interno. Penso che una democrazia, per non sfociare nell' anarchia, debba avere una linea guida e credo che la vera libertà stia nel rispetto dell' altro e della legalità. Per ottenere questo risultato dobbiamo lavorare instancabilmente per ricollocarci in prima persona nel processo decisionale, determinando assetti e decisioni, legittimando le persone di nostra fiducia al Governo. Con il Partito Democratico siamo a buon punto, ma non ancora all'obiettivo. Ci siamo noi, i giovani, gli adulti di domani, i destinatari della politica di oggi che influenza così tanto il nostro avvenire. E sappiamo che abbiamo un ruolo a nostra volta importantissimo per quando diverremo padri a nostra volta. Ed ecco allora la volontà di dare un segnale forte, un contributo personale da ciascuno di noi verso i tanti problemi che affollano i nostri pensieri e alimentano i nostri dubbi: lavoro, ambiente, rispetto reciproco, famiglia, diritti. Tutto questo utilizzando ogni metodo disponibile. Al periodo di Pericle si riunivano nell'agorà, al giorno d'oggi abbiamo internet, i cellulari, le associazioni, i raduni ai concerti. Tutte occasioni di interazione che permettono, favoriscono e ampliano a dismisura la circolazione di idee. Un altro mondo è possibile, ma spetta a noi costruirlo? partendo dal basso.

Marco Vallari

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