domenica 24 febbraio 2008

FORUM PER LO SVILUPPO DELLA COMUNITA’ GIOVANILE: PARTECIPARE PER COSTRUIRE

La politica deve cambiare. Da troppo tempo ormai non risponde più ai bisogni dei cittadini, non ne risolve più i problemi. Gli Italiani stessi devono cambiare, contaminando positivamente la vita pubblica, riappropriandosi degli spazi che si stanno aprendo tra le crepe sempre più larghe del sistema dei partiti, trasformando la sterile scorciatoia rappresentata dall’anti-politica in voglia di buona politica. Il Partito Democratico è nato per cambiare lo status quo, per offrire alla partecipazione spazi aperti e non crepe, per ridare alla democrazia quel significato alto e nobile, che merita, di condivisione delle scelte, di rispetto e ricerca continua del bene comune superiore all’interesse privato. Chiameremo i giovani di Saronno a costruire con noi le scelte politiche che li riguarderanno, perché li riteniamo risorse non problemi come sempre invece, nei fatti, vengono visti da una politica miope, che da decenni se ne occupa solo in un’ottica di prevenzione del disagio e di contenimento del malessere. Alle politiche positive, spesso limitate al puro intrattenimento o poco più, i comuni italiani dedicano in media lo 0,24% delle spese correnti. Temi deboli e risorse insignificanti è la spirale insopportabile che intendiamo spezzare.
Il 28 Marzo 2008 apriremo un cantiere, forniremo strumenti e opportunità in grado di accompagnare i giovani saronnesi lungo un percorso di progettazione sostenibile, partecipata, destinata a costruire il progresso del futuro politico, sociale e professionale della città. All’inaugurazione del nostro cantiere interverranno due ragazzi d’eccezione, due giovani esperti, Giovanni Campagnoli e Nadia Trabucchi di Vedogiovane, cooperativa sociale di Animazione socio-culturale di Borgomanero (NO).
Il Partito Democratico sta compiendo un grandissimo sforzo di rinnovamento e apertura, ai giovani di Saronno chiediamo di accordarci la loro fiducia, di partecipare a costruire le politiche giovanili che il PD inserirà nel programma per le elezioni comunali della primavera del 2009.
Qui troverete cittadini attivi, non politici.

Christian Cortesi
FORUM SVILUPPO TEMATICHE GIOVANILI


Per informazioni: Tel.: 347.0347011
E-Mail: pdsaronno@gmail.com
Blog: http://pdsaronno.blogspot.com/
SMS al Nr.: 331.1084730

martedì 19 febbraio 2008

UNA SOCIETA' ADULTOCENTRICA

Mai come oggi si può dire di vivere in una società “adultocentrica” che tende ad escludere categorie “non ancora e non più” adulte e quindi non ancora o non più produttive, in un contesto dove non vale più il precedente patto tra generazioni tipico della “società fordista”, ma sembra non essere ancora periodo di stipularne uno nuovo. Società che, come visto, sembra cerchi di ritardare sempre più i momenti di ingresso nei giovani nella vita adulta e quelli del prendersi carico delle prime responsabilità, società che sembra abbia abdicato al ruolo normativo ed educativo e che, se e quando lo fa, si preoccupa dei giovani, in vista di ciò che potranno divenire in futuro e non rispetto a ciò che già oggi sono, cioè da una parte dei sensori privilegiati rispetto ai problemi dei vari contesti sociali e dall'altra anche dei possibili “indicatori” di soluzione degli stessi. Oltre ad essere cittadini dell’oggi e non già di un domani. Nel senso che spesso si dice che bisogna investire sui giovani perché “saranno i cittadini del futuro”. Questa frase però ha in sé un elemento di ambiguità, cioè l’uso del futuro (saranno): infatti spesso non si riconosce che i giovani sono già da ora delle persone e dei “cittadini” con sensibilità, bisogni, istanze ben precise delle quali le istituzioni dovrebbero farsi carico. Quindi esserci oggi e non rinviare ad un domani o comunque investire sui giovani in vista di quel che diventeranno e non di quello che sono. Infatti anche questa seconda logica potrebbe essere fuorviante: si pensi ad esempio al sistema formativo progettato con logiche di questo tipo senza tenere conto di aspirazioni e desideri degli interessati, ma in vista esclusivamente di quel che dovranno diventare. Mentre il grado di civiltà e di “profezia” di un Paese si misura comunque sulla voglia di futuro e sulle responsabilità verso le nuove generazioni. E questo vale ancora di più oggi, quando si scopre che l’Italia è una società sempre più adulta ed anziana (primo paese al mondo per grado di invecchiamento, avendo superato anche il Giappone), in rapido cambiamento anche culturale (si pensi ai paradigmi valoriali o del lavoro), in cui vi è una complessiva carenza di prospettive nel contesto politico sociale generale. E questo genera per i giovani una fatica in più nel costruire la propria identità personale e sociale, vista anche la difficoltà presente in molti contesti a costruire relazioni sociali significative e alla limitata resistenza dei giovani a stare in situazioni di conflitto e di privazioni

Coordinatore Forum Sviluppo Tematiche Giovanili
Giuseppe Calderazzo

mercoledì 13 febbraio 2008

ELETTO IL PORTAVOCE

Pietro Insinnamo, 35 anni, è il nuovo portavoce del PD di Saronno; Sara Drago (29) la neo-Presidente del Coordinamento cittadino.
Entrambe le nomine, votate Mercoledì sera (13/2) in Via P.Micca dalla quasi unanimità dell’organo direttivo saronnese, rappresentano un passo ulteriore nel cammino di cambiamento della politica intrapreso dal Partito Democratico.
Un forte segnale di novità, in primo luogo nei contenuti e nelle persone, questo il criterio alla base dell’elezione dei due giovani come sottolineato nei numerosi interventi dei membri del Coordinamento, ed in particolare anche dal consigliere regionale del PD Stefano Tosi presente all’assemblea.
Pietro Insinnamo conferma tale chiave di lettura, e nelle prime dichiarazioni in veste di Portavoce garantisce che indirizzerà il suo impegno per un partito concreto, concentrato sui problemi reali della città, capace di accogliere e valorizzare ogni risorsa in termini di partecipazione, e di avviare un percorso di lavoro traducibile in future azioni amministrative per Saronno.
A breve, con la nomina del tesoriere, la fase costituente cittadina del PD potrà dirsi completa, a quel punto tutte le energie del partito saranno dedicate al dialogo con la cittadinanza e con tutte quelle realtà sociali, economiche, produttive, presenti sul territorio e considerate interlocutori indispensabili in un’ottica di efficacia dell’azione politica e di aggancio concreto alla realtà locale.
Protagonisti di questa apertura del PD alla città saranno i Forum tematici, che presto presenteranno nuove iniziative dopo quella che lo scorso 8 Febbraio, alla Sala del Bovindo di Villa Gianetti, ha visto il Forum Economia del PD dialogare proficuamente con i rappresentanti provinciali di artigiani, commercianti e imprenditori sulle prospettive di sviluppo del territorio saronnese.

VELTRONI:YES WE CAN/POSSIAMO FARCELA

Il nostro è un gesto che non ha precedenti nella politica italiana”. Walter Veltroni non usa mezze parole per sottolineare l’importanza della scelta del Partito democratico di correre da solo alle prossime elezioni politiche, in programma domenica 13 e lunedì 14 aprile. “Una scelta coraggiosa, una sfida difficile”. Sfida che il centrodestra sembra voler cogliere, ma alla quale, secondo il segretario del Pd, fornisce delle risposte inadeguate. Sfida che ha portato a quella che Dario Franceschini, vicesegretario del PD, ha definito “una separazione consensuale” con la sinistra radicale, ma che non ha creato frizioni con gli alleati di ieri.A Roma per la presentazione del nuovo portale del Partito democratico, il segretario mostra l’ottimismo di chi sa di potercela fare, e la tranquillità di chi sa di aver fatto la cosa giusta. “Si può fare”, non a caso, è lo slogan coniato per dare il via alla campagna elettorale. Una competizione che si annuncia intensa come non mai, da basarsi soprattutto sui contenuti. E’ per questo che Veltroni ribadisce di voler intraprendere un viaggio che lo porterà a toccare tutte e 110 le province italiane. Prima tappa Pescara, la mattina del prossimo 17 febbraio, il giorno dopo l’Assemblea Costituente convocata per ufficializzare il programma di governo da promuovere durante la campagna elettorale. Il viaggio avrà come prologo l’appuntamento fissato per domenica a Spello, in Umbria, nel cuore del Paese. Qui il segretario del Pd pronuncerà il “Discorso per l’Italia”. Un discorso volto a trasmettere a tutti i cittadini l’ottimismo del “si può fare”, la speranza in un futuro politico migliore, la fiducia in una vittoria del nuovo, che sovverta i pronostici delle prossime elezioni. “Sarà come Davide contro Golia – dice Veltroni – come giocare diciotto contro uno. Abbiamo bisogno dell’aiuto di tanti italiani che si mettono in movimento, che vogliono scommettere su un nuovo tipo di politica, fatta in modo diverso”. E’ proprio questo fattore di novità che sta contraddistinguendo l’attuale momento politico. Questo è il tesoro sul quale il Partito democratico può contare. “Nulla è pregiudizialmente definito – spiega Veltroni – quello che accade oggi è il risultato dello scossone che sta caratterizzando la vita politica italiana - dato da un solo grande protagonista - Si sente intorno a questo nuovo partito un clima diverso. Dalla mia partecipazione a Matrix poche sere fa sono arrivate centinaia di lettere ed e-mail di persone che vogliono partecipare alla camapagna elettorale” sottolinea il sindaco di Roma. “Noi porteremo avanti la nostra idea di Italia. L’Italia della speranza e non della contrapposizione”. La nascita del Pd, a giudicare dai numeri, sembra aver cominciato a creare questi sentimenti tra i cittadini. In Lombardia hanno ritirato l’attestato di partecipazione alle primarie oltre 120mila persone, più del doppio di quelli che erano gli iscritti di Ds e Margherita, circa 55.000. “Avanti di questo passo – sottolinea Veltroni – entro pochi mesi potremo contare sull’apporto di almeno 1 milione e 200mila cittadini”.Cifre importanti, soprattutto considerando la parabola discendente che ha contraddistinto negli ultimi anni il rapporto tra politica e partecipazione. D’altronde, dice il segretario del Pd, “noi ci rivolgiamo sia agli elettori del centrodestra scontenti di un vecchio modo di fare politica, sia a chi, a sinistra, ha voglia di tornare ad impegnarsi”. Centrodestra e sinistra. Due capitoli ben diversi tra loro, ma che ben rappresentano le conseguenze politiche che hanno provocato la nascita del Pd e la scelta di presentarsi da solo davanti agli italiani. C'è da una parte “la reazione del centrodestra. Ma non basta un maquillage, tentare di riorganizzare solo le proprie sigle, testimonia – fa notare Veltroni – che la nostra è una sfida vincente, alla quale si fornisce una risposta insufficiente. Il problema è scegliere e avere il coraggio di pagare i prezzi di questa scelta, non mettere un ombrello sopra le differenze per non farle vedere”.Dall’altra parte invece, la sinistra radicale, con cui Veltroni si è incontrato la mattina dell'8 febbraio. Un incontro che il segretario commenta così: "si è manifestata la presa di coscienza comune che è interesse reciproco trovare una propria identità, come accade in tutto il resto d’Europa”.La sfida del Pd è quella di tradurre il proprio messaggio di novità e di speranza nella mobilitazione di tutti i cittadini. “Dobbiamo fare in modo – chiude il segretario del Pd – che ogni persona che ha partecipato alle primarie convinca altre cinque persone ad appoggiare il nostro progetto e a votare per noi alle prossime elezioni. Da soli nessuno di noi ce la può fare, insieme, invece, si può fare”.

giovedì 7 febbraio 2008

PARTITO DEMOCRATICO
Circolo di Saronno




A tutti i cittadini saronnesi che Domenica 27 Gennaio 2008 hanno contribuito con il loro voto alla nascita del PD nella nostra città rivolgiamo un caloroso GRAZIE per il sostegno e la fiducia dimostrata.

Il vostro appoggio è di vitale importanza per quanti si stanno impegnando per il successo di una forza politica nuova, il PARTITO DEMOCRATICO, che intende rifondare il rapporto tra cittadini e politica su basi di trasparenza, rappresentanza, etica, concretezza e apertura alle istanze di TUTTI.

Il valore dell' impegno politico deve tornare ad essere quello di un servizio reso alla collettività, e dalla collettività deve trarre idee, energie, uomini e donne capaci di rappresentare un cambiamento, di pensare all'interesse comune, di far crescere e migliorare le nostre comunità, il nostro paese.

Torneremo a chiedere con frequenza il vostro apporto, nel tentativo di ridare alla parola "Democrazia" quel significato alto e nobile che merita, convinti che la miglior risorsa di un movimento sia la più larga PARTECIPAZIONE possibile.

Riteniamo esaurita la devastante stagione politica delle strategie, dei contenitori di partiti e clientele che prevalgono sui contenuti e sui bisogni.

Apriamo insieme a Saronno la stagione delle PERSONE e dei CONTENUTI!


IL COORDINAMENTO DEL PD DI SARONNO

mercoledì 6 febbraio 2008

ANCORA AL VOTO CON LE QUOTE GRIGIE

La crisi di governo porta il paese a elezioni anticipate. Il Parlamento non è stato in grado di approvare una riforma elettorale in questi due anni, e sarà dunque probabilmente rinnovato con la legge Calderoli. In questi giorni molte sono le voci del mondo imprenditoriale, del sindacato, della società civile che si sono alzate per chiedere di non andare subito al voto con l'attuale legge, per non parlare poi della richiesta di referendum, sottoscritta da più di 800mila elettori.Ma ancora più alta dovrebbe alzarsi la voce di una parte importante della popolazione, quella più svantaggiata dall'attuale sistema elettorale e istituzionale: i giovani. I motivi sono vari.

VINCOLI COSTITUZIONALI
Se si torna al voto con le regole attuali rimangono in vigore le "quote grigie", ovvero i vincoli di 25 e 40 anni per poter essere eletti rispettivamente alla Camera e al Senato, e di 25 anni per poter votare al Senato. Da notare che i limiti di età sono ancora quelli fissati nel lontano 1948, inseriti espressamente nella Costituzione, agli articoli 56 e 58. L'unico vincolo relativamente meno rigido, che non richiede cioè una riforma costituzionale per essere ritoccato, è quello generico della "maggiore età" (articolo 48) per votare alla Camera dei deputati. Può essere interessante, nonché istruttivo, capire la genesi di queste soglie anagrafiche. Il limite di venticinque anni alla Camera fu imposto non senza polemiche: il dibattito fece emergere proprio l'iniquità di una norma che escludeva dalla possibilità di essere eletti tutti i cittadini tra i ventuno e i venticinque anni (la maggiore età fu abbassata a diciotto anni solo nel 1975). La posizione della commissione fu però quella di uniformarsi al criterio diffuso, perlomeno a quei tempi, di una differenza tra le età di elettorato attivo e passivo. Discorso analogo per il Senato, cui si aggiunse l'esigenza che questa camera fosse composta "di elementi che, anche per la loro età, [dessero] garanzia di serenità, di obiettività e soprattutto di maggior ponderatezza". Indicazione che appare drammaticamente ironica alla luce degli ultimi avvenimenti.

L'IMPORTANZA CRUCIALE DEL SENATO
Si tratta di vincoli, come ampiamente riconosciuto, che risultano oramai anacronistici, ma che soprattutto non trovano eguale in nessun altro paese occidentale. Limiti di età che sarebbero eccessivi con qualsiasi sistema elettorale e con qualsiasi condizione demografica, ma che sono ancor più insostenibili nel caso italiano. L'attuale legge elettorale rende infatti cruciale la configurazione che si crea al Senato, sulla quale non possono incidere in alcun modo gli under 25 e che non prevede la presenza di alcun under 40. Il "bicameralismo perfetto" pone poi di fatto ciascuna camera in posizione di esprimere un veto su ogni legge e su ogni riforma. Questo significa che il Senato (la "camera grigia") ha gli stessi poteri della Camera pur essendo evidentemente, e drammaticamente, meno rappresentativa della prima. Se quindi ci fosse, teoricamente, qualche legge auspicata dagli under 40 e invisa alle generazioni più anziane, avrebbe difficoltà a passare. Se, poi, è soprattutto il Senato a essere cruciale per la sopravvivenza dei governi, ne consegue che di fatto il voto dell'elettorato under 25 non vale nulla e il ruolo di condizionamento degli under 40 sulle scelte politiche è in pratica irrilevante. Non è tutto. Le "liste bloccate" penalizzano ulteriormente il ricambio generazionale. L'unica possibilità per un giovane che voglia farsi strada, entrando alla Camera, è quella di essere cooptato per decisione di chi detiene già il potere all'interno dei partiti.

LA PERDITA DI PESO DELLA CAMERA
Va considerato, poi, che agli under 25 non solo è preclusa la possibilità di essere eletti alla Camera e di votare per il Senato, ma il loro peso elettorale è andato drammaticamente diminuendo dalle elezioni del 1992 in avanti, come conseguenza delle dinamiche demografiche. Semplicemente l'aver lasciato inalterati i vincoli di età esistenti dal 1948, non solo non ha permesso di aumentare le prerogative delle generazioni più giovani, adeguandole a quelle dei coetanei degli altri paesi, ma le ha di fatto peggiorate, data l'accentuata diminuzione della loro consistenza demografica.Alle elezioni politiche del 1992 (le ultime della "Prima Repubblica") gli under 25 costituivano ancora il 14 per cento dell'elettorato. Da allora si è assistito a una continua contrazione fino agli attuali valori di poco superiori all'8 per cento. Il peso dei più giovani, già eccessivamente limitato dai vincoli dell'attuale sistema elettorale, si è ridotto di quasi il 40 per cento negli ultimi quindici anni. Grazie alle dinamiche demografiche e all'inerzia nel riadattare e rivedere le regole del gioco della partecipazione democratica, i giovani italiani sono tra quelli, nel mondo occidentale, con minor peso politico. Tutto ciò ha evidentemente ricadute penalizzanti, come ben documentabile nel confronto con gli altri paesi, sia in termini di politiche per i giovani che di presenza delle giovani generazioni nelle posizioni di prestigio e potere.

E SE I GIOVANI NON VOTASSERO (PER PROTESTA)?
Difficile pensare che prima delle prossime elezioni ci sia ancora la possibilità di una riforma costituzionale che consenta di rivedere le "quote grigie". Stando così le cose, vista l'inconsistenza del peso elettorale degli under 40 (e ancor più degli under 25), potrebbe trovare humus favorevole l'idea, da parte delle più giovani generazioni, di usare almeno il (non) voto come protesta. Ciò nella convinzione che un gesto simbolico eclatante possa valere più di un voto inconsistente come pressione per l'abbattimento definitivo delle "quote grigie" e la revisione delle regole del gioco della partecipazione democratica.




Giuseppe Calderazzo

sabato 2 febbraio 2008

UN APPELLO AL SENSO DI RESPONSABILITA' NAZIONALE PER AMORE DELL'ITALIA


Un ennesimo «appello al senso di responsabilità nazionale di tutte le forze politiche», affinché non si precipiti verso elezioni anticipate», visto il «momento delicato per la recessione internazionale». Il segretario del Pd Walter Veltroni, parlando all'assemblea provinciale del partito, a Velletri, torna a chiedere uno sforzo congiunto a tutte le forze politiche affinchè si raggiunga un accordo sulla riforma elettorale per il bene del Paese.«Il senso di responsabilità nazionale e l'amore per l'Italia – ha ricordato - è per il Pd un elemento di identità forte. A ruoli rovesciati non faremmo quello che sta facendo il centrodestra, perché questo amore per il Paese può spingere a non fare le scelte più convenienti per sé. Noi – ha assicurato - ci sentiamo in sintonia con la domanda del Paese che è stanco del passato».Una domanda, che in questi giorni è stata ribadita anche dai rappresentanti delle forze più vitali del nostro Paese. «La Confindustria, le forse sociali e il Vaticano stesso dicono che c'è la necessità – ha sottolineato Veltroni - di rifare la legge elettorale».Una domanda ribadita a gran voce anche dai semplici cittadini stanchi dell’incertezza politica che li affligge. «La parte migliore del Paese – ha sottolineato il segretario del Pd - guarda con rispetto alla posizione di responsabilità che abbiamo assunto in questa crisi di governo. I sondaggi ce lo dicono e stia attento il centrodestra perchè l'esito non è scontato. Nel '94 eravamo convinti di vincere noi e invece abbiamo perso, nel '96 è accaduto il contrario».«Noi – ha poi avvertito - dobbiamo metterci in testa che gli italiani sono cittadini maturi e si spostano a milioni ogni campagna elettorale. Non sono più ideologici e si chiedono: ‘qual è la soluzione migliore? Chi ci porta fuori da questi 15 anni di rissosita'?».
«E quindi – ha ribadito - , mi chiedo ancora, perchè non accettare un governo Marini che in tre mesi faccia la legge elettorale sulla quale eravamo arrivati a un passo dall'accordo, attui una redistribuzione per innalzare i salari ed infine adotti misure indirizzate a diminuire i costi della politica. Fatto tutto questo, poi, si può andare a votare a giugno. Mi sembra del tutto razionale».Una soluzione che apporterebbe benefici per tutto il Paese, ma che purtroppo non è così scontata. Nel suo intervento il segretario non sottovaluta, infatti, neanchè l’idea di dover andare alle urne e ribadisce anche su questa eventualità quale sarà la linea del suo partito. Nel caso si andasse al voto, infatti, il segretario del Pd, Walter Veltroni, ribadisce che il suo partito correrà da solo. Il Pd andrà con il proprio programma, ma certo «vedremo se qualcun altro sarà disposto a condividerlo».
E anche questo perché «la vera domanda, in caso di elezioni è 'cosa preferiscono gli italiani, ancora confusione, frammentazioni, veti?'. Noi siamo un partito che si propone agli italiani come elemento di novità e innovazione. Se saremo costretti alle elezioni ora, questo sarà il vero elemento di novità, mentre il resto apparirà irrimediabilmente datato».
«Non mi importa quanti partiti si alleeranno dall'altra parte, se 12 o 18. Io so che gli italiani vogliono un governo coeso capace di decidere, si sono stancati di coalizioni con tutto e il contrario di tutto».
Veltroni, però, offre al centrodestra un'ultima possibilità di ravvedersi rinnovando l'invito ad avere «lo stesso coraggio nostro. Fate altrettanto, pensate ad un confronto tra il principale partito della Casa delle Libertà e il principale partito del riformismo italiano. Noi - conclude - il coraggio l'abbiamo avuto. Io rinnovo l'appello e mi auguro che da parte del centrodestra ci sia una svolta radicale».